Rivista Italiana di Genetica e Immunologia Pediatrica Italian Journal of Genetic and Pediatric Immunology Quadrimestrale di aggiornamento scientifico dell'Euromediterranean Paediatric Foundation
Rivista Italiana di Genetica e Immunologia Pediatrica - Italian Journal of Genetic and Pediatric Immunology
Anno IV numero 1 - gennaio 2013 | direttore scientifico: Carmelo Salpietro - direttore responsabile: Giuseppe Micali
I fenotipi dell"e;€™asma
Data la spiccata eterogeneità dei fenotipi, l’asma viene definita quale sindrome infiammatoria cronica e reversibile caratterizzata da sintomi ricorrenti: ostruzione delle vie aeree, ipereattività bronchiale ed uno stato di flogosi sottostante persistente al quale concorrono diversi componenti cellulari (mastociti, eosinofili, linfociti T, neutrofili e cellule epiteliali). Negli individui suscettibili questa infiammazione causa episodi ricorrenti di respiro sibilante, tosse e dispnea. Tale sintomatologia è molto comune nei pazienti affetti ma, al contempo, estremamente variabile. Da qui la necessità di associare il “ fenotipo” (caratteristiche osservabili) all’"endotipo” (meccanismo coerente fisiopatologico) al fine di ottenere una visione più completa della malattia di base (Anderson ed alt.); ogni endotipo può, conseguentemente, comprendere diversi fenotipi e viceversa. È stato ipotizzato (Wenzel ed alt. 2006) che le molte facce dell’asma siano riconducibili ai processi genetici ed immunologici propri di ogni singolo individuo ed all’interazione di quest’ultimo con l’ambiente.
La genetica dell’asma è stata di recente ampiamente rivisitata.
C’è ampio consenso sull’importanza del ruolo svolto dall’ereditarietà nelle malattie allergiche, interpretata come “disordine genetico complesso” dovuto sia a fattori genetici sia ambientali. La ricerca di varianti genetiche in grado di modulare la risposta IgE è tuttora molto intensa e si basa sullo studio del “gene candidato” tramite studi di linkage (2q, 3q, 5q, 6p, 7q, 12q, 3q, 4q, 6p, 11q, 17q, 15q) e di positional cloning (SNP: IL-13, IL- 12, CD14 C-159T, ADAM33). Sebbene questo approccio abbia identificato geni ad elevata probabilità di contribuire allo sviluppo dell’infiammazione allergica nell’uomo, esistono molte difficoltà nell’inquadrarne il contributo relativo. Ogni gene coinvolto probabilmente contribuisce solo in modo parcellare all’effetto fenotipico e, nell’ambito di ciascun singolo gene, spesso esistono più SNPs presenti in linkage disequilibrium, che rendono difficile l’identificazione del SNP responsabile dell’effetto fenotipico.
Sembra anche possibile che uno stesso polimorfismo genetico sia in grado di promuovere effetti fenotipici opposti a seconda dell’esposizione ambientale nella quale lo si studia. Tali considerazioni non possono però prescindere dai risultati ottenuti da studi recenti sulle funzioni immunologiche durante la prima e la seconda infanzia. Queste epoche della vita sono caratterizzate da un’insufficiente maturazione del sito Th1 della funzione della cellula T helper (promotrice di una risposta immune cellulo-mediata) con uno spostamento verso il sito Th2 (IL-3, IL-4, IL-5, IL-6, IL-10, IL-13, GM-CSF) responsabile della produzione degli anticorpi.
Con la maturazione e l’esposizione agli agenti patogeni microbici (in particolare quelli batterici) normalmente avviene una stimolazione del sito Th1 con un ristabilimento dell’equilibrio Th1 e Th2. E’ interessante notare che alcune esposizioni ambientali, che tradizionalmente erano state considerate come causanti ed aggravanti la malattia, potrebbero in realtà essere “protettive” per atopia ed asma. Questo deve indurre a considerare assolutamente imprescindibile l’attenta analisi delle esposizioni ambientali, che possono modulare il rapporto tra genotipo e fenotipo in uno studio di associazione.
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